Per Natale un film ‘speciale’…

Bonjour mes femmes!
Siete pronte per la cena della Vigilia e il pranzo natalizio?
Immagino di sì, naturalmente, ma dopo?
Come risvegliare la serata di festa, quando il livello degli zuccheri, aumentato dai cioccolatini durante la tombola o le consuete chiacchiere tra parenti, appesantisce le palpebre?
Classica soluzione è vedere un buon film, magari poco impegnativo, cosicché nel buio, davanti al megaschermo del multisala, si può anche sonnecchiare…un abbiocco glicemico interrotto solo ogni tanto da una risatina per una battuta o una gag dei comici di turno nella vasta offerta dei cinepanettoni nostrani.
Ma se preferite sottrarvi a questo trito cliché, potreste utilizzare il suddetto dormiveglia per una attività più affine: sognare.
Il film natalizio che vi propongo aleggia infatti in una bolla intermedia tra realtà e spazio onirico, dove echi felliniani si fondono al materiale fumettistico dei supereroi e a risvolti gothic-dark degli horror b-movies per dar corpo al nuovo fantasy firmato da Tim Burton.
“Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali”: questo il titolo del suo ultimo lavoro, appena uscito nelle sale italiane, sceneggiato dallo stesso regista insieme a Jane Goldman sulla base dell’omonimo romanzo di successo di Ransom Riggs.
Inutile dire come, dopo Beetlejuice, Batman, Edward Mani di Forbice, Big Fish, La sposa cadavere, Alice in Wonderland, Frankenweenie e Dark Shadows, l’aggettivo ‘burtoniano’ sia ormai entrato nel lessico cinematografico quale emblema di uno stile che unisce con divertita ironia il macabro e il grottesco, le derivazioni punk e il kitsch smaccato, il fiabesco e il visionario in un precario equilibrio tra cinema tradizionale e trash, nonché tra recitazione di attori reali e animazioni realizzate in stop motion o con mirabolanti effetti speciali in computer graphic.
Tutte caratteristiche ben presenti anche in quest’ultima opera, la cui trama vede protagonista Jacob ‘Jake’ Portman, adolescente un po’ introverso, deriso dai compagni, (ennesimo ‘dysfunctional kid’ del cinema di Burton, qui interpretato da Asa Butterfield), che durante le vacanze estive lavora in un supermarket e sempre ricorda nei suoi giochi le storie fantastiche raccontate da suo nonno, ebreo polacco sfuggito al nazismo e ritenuto ora dal figlio Franklin, ornitologo padre di Jacob, irrimediabilmente affetto da demenza senile.
Le sue paure paranoiche di mostri persecutori si rivelano però allo spettatore non così irreali quando il figlio e il nipote, arrivati a fargli visita, trovano la sua casa devastata e il suo corpo moribondo nel boschetto vicino, dove Jake riesce ad ascoltare le sue ultime ed enigmatiche parole prima che sopravvenga un colosso alto sei metri a metterlo in fuga.
Un mostro che pare aver visto solo lui, dato che la Polizia tende ad attribuire l’evento a una violenta aggressione di cani randagi.
Il ragazzo viene curato per lo shock, ma rimane convinto di non aver avuto una mera allucinazione e inizia ad indagare, partendo proprio dalle parole del nonno morente e dal contenuto di una sua vecchia scatola di fotografie e mappe, grazie alle quali convince il padre ad accompagnarlo nella piccola isola del Galles che fu sede dell’orfanotrofio che ospitò suo nonno e altri bambini rifugiati per la guerra.
Un’isoletta sperduta dove, mentre il padre si dedica alle osservazioni dei volatili locali, Jake viene a contatto con una comunità fantasma di ‘bambini speciali’ che tuttora abitano le rovine del vecchio orfanotrofio, un luogo in realtà ‘fuori dal tempo’, al punto che Jake viene catapultato per magia in un lontano giorno del 1943, prima che nella notte una bomba tedesca distruggesse l’edificio.
E in questa giornata fissa, che sempre si ripete, il ragazzo viene accolto da Miss Peregrine, affascinante donna-uccello posta a guida della struttura (una strepitosa Eva Green) che lo presenta a tutti gli altri orfani ‘speciali’, fra i quali la bella Emma (Ella Purnell), ragazza leggera più dell’aria costretta ad indossare scarpe di piombo per restare al suolo, due gemelli incappucciati, una bambina dalla forza sovrumana, un’altra capace di far crescere le piante a dismisura, un ragazzo invisibile, una magrolina dai capelli rossi che sa controllare il fuoco e arroventa i ferri con le mani, un ragazzo che dà vita a qualsiasi cosa con innesti organici, un altro che proietta i sogni e una bambina che ha un enorme seconda bocca dietro la nuca.
Particolarità surreali che diventano quasi normali nei ritmi quotidiani di tale strano collegio, tra pranzi, giochi e passeggiate, permettendo così a Jake di superare l’iniziale stupore e fraternizzare con i compagni, ma soprattutto con Emma, di cui s’innamora.
Sulla vita idilliaca di questo gruppetto incombe però una minaccia: i Vacui, ‘ex-speciali’ che un fallito esperimento tecnologico ha reso esseri invisibili e malvagi, sempre in cerca di uccidere gli speciali per cibarsi dei loro occhi.
Oltre a Miss Peregrine (alias Falco Pellegrino) Jake è l’unico che può vederli: il loro aspetto mostruoso è uguale alla figura che ha intravisto nella nebbia prima della morte del nonno.
Ovviamente non intendo svelarvi le molte avventure in cui si snoda la lotta che contrappone la comunità degli ‘speciali’ ai voracissimi e tentacolari Vacui guidati dal perfido Barron, (Samuel L. Jackson), ex Vacuo che a furia di succhiare migliaia di occhi ha ripreso sembianze quasi umane, ma vi lascio immaginare con quale profusione di effetti a sorpresa la fantasia di Tim Burton si sia sbizzarrita nelle invenzioni grafiche, sempre in bilico tra grottesco, ironia e tocchi di cuore, in un puro divertimento visivo che forse nel finale tutto d’azione limita un po’ il personaggio di Miss Peregrine.
Nel complesso risulta comunque un film assai piacevole, due ore che scorrono veloci senza mai annoiarsi, tra scene spettacolari e ambientazioni d’epoca, effetti strabilianti e ammiccamenti cinefili, lasciando affiorare qua e là nel plot fantasy anche una metafora spietata sull’industria del cinema che controlla e sfrutta le energie creative degli autori per assicurarsi i benefici economici dati da tutti gli ‘occhi’ succhiati all’audience.
Beh, non so se questa sia un’interpretazione corretta, ma io l’ho letto anche così.
Ora tocca a voi, se andrete a vedere questo film nel periodo natalizio, aggiungere commenti e punti di vista, animando come sempre il nostro suggestivo cineforum di Touché!
Buon Natale mes Amis!!